Tra i sogni che avevo da bambina, c’era quello che mi vedeva girovagare per il mondo, come autrice di guide turistiche. Ho preso tante strade nella mia vita per poi scontrarmi più volte con la passione dei viaggi e della scrittura. I giorni appena trascorsi mi ricordano quel sogno nel cassetto, eppure sono stati così reali che sento ancora il profumo delle ginestre nelle narici e i tannini di Sangiovese sulla lingua. Sì, perché i giorni scorsi ho percorso cammini e selciati, visitato antichi castelli, attraversato borghi e dolci colline, accompagnando gli autori di Lonely Planet, la guida di viaggio più conosciuta al mondo, per promuovere un itinerario premiato per la sua bellezza e sostenibilità. E come un Dante Alighieri nel suo peregrinare, ho riassaporato la bellezza di un cammino ricco di suggestioni culturali e naturalistiche, in un viaggio lento, vicino casa.
In tour con Lonely Planet: Best in Travel 2021
La sostenibilità e il turismo slow sono temi centrali quest’anno nella prestigiosa classifica Best in Travel, redatta ogni anno da Lonely Planet, per premiare località ancora poco note e conosciute.
Tra le destinazioni di viaggio premiate per la loro sostenibilità c’è anche – per fortuna – una destinazione italiana: le vie di Dante. Un percorso che in parte ho avuto l’immenso piacere di percorrere, scoprire e assaporare, accompagnando gli autori di Lonely Planet, in occasione del settimo centenario dalla scomparsa del Sommo Poeta.
Le Vie Di Dante: da Firenze a Ravenna
Era il 1302 quando Dante Alighieri lasciò Firenze. Nel suo lento peregrinare, attraversò la Toscana, le Foreste Casentinesi, le colline e i borghi della Romagna, fino ad arrivare nella città che forse più di ogni altra è legata a lui: Ravenna.
Oggi quell’itinerario su antichi selciati, dolci colline, vigneti, borghi e antichi castelli prende il nome de Le Vie di Dante. Un percorso simbolico dunque, alla ricerca dei luoghi, dei paesaggi, delle vicende che accompagnarono Dante nel suo viaggio e che ritroveremo testimoniate nella Divina Commedia. C’è anche una linea ferroviaria che unisce Firenze a Ravenna in appena 1 ora e mezza. Si tratta della Linea Faentina, inaugurata nel 1893, il primo treno a collegare le due città d’arte, attraversando gli Appennini. Anche noto come il treno di Dante.
Dai finestrini del treno regionale Firenze-Ravenna, scorrono vigneti, frutteti, antichi casali e paesaggi in fiore. È così che, lasciandosi alle spalle Marradi, l’ultimo borgo toscano, e le foreste casentinesi, si arriva nel cuore della Romagna, verso la prima tappa del nostro viaggio: Brisighella, uno dei borghi più belli d’Italia.
#1. Brisighella: la nostra prima tappa de Le Vie Di Dante
Ci facciamo strada tra antichi selciati che luccicano sotto il sole (è il gesso, ci spiegano le guide del posto, il materiale di cui è ricco il Parco) guidati dalla segnaletica rossa che indica il Cammino di Dante. Come per passare all’interno di un passaggio segreto, abbassiamo la testa per superare la soglia della Via degli Asini, uno dei punti che rendono unico il borgo. Si tratta della prima strada sopraelevata della storia e così chiamata perché vi erano le stalle degli animali.

Sotto un cocente sole di fine maggio, giungiamo poi sulla cima dei tre pinnacoli rocciosi dove sorgono la Rocca, la Torre dell’Orologio e il Santuario del Monticino. Qui si gode davvero della bellezza di questo borgo: oltre i tetti delle case, lo sguardo si perde in un verde accecante, tra vigneti e uliveti. Costeggiando con lo sguardo la ferrovia, che scompare dietro le colline, si intravede infine la basilica Romanica di Pieve del Thò, la cui cripta è uno dei monumenti di età romanica meglio conservati del ravennate. Un ritrovamento all’interno della Pieve del Thò poi, testimonia il legame del territorio con l’olio: un antico frantoio di epoca romana.
L’olio di Brisighella è un olio a Denominazione di origine protetta sin dal 1996 ed è uno dei prodotti più pregiati della Romagna. La nostra visita dunque, non poteva che concludersi con una degustazione d’olio alla cooperativa Terre di Brisighella. Qui abbiamo imparato a riconoscere il gusto fruttato, amaro e piccante dell’olio di Brisighella.
✍️Il Legame con Dante: a Brisighella il Sommo Poeta si fermò all’inizio del suo peregrinare, ospite nella roccaforte (l’attuale Torre dell’Orologio) dal signore del territorio. Maghinardo Pagani dominava la valle e controllava, da queste colline, i passaggi dalla guelfa Firenze alla Romagna ghibellina. Maghinardo lo ritroviamo anche in diverse scene del Purgatorio, punito dal nostro Poeta Viaggiatore per il suo “ondeggiare tra l’esser ghibellino in Romagna e Guelfo in Toscana”. È il primo borgo della Romagna sulle Vie di Dante.
❤️Da non perdere a Brisighella: La Via degli Asini, la Degustazione d’Olio alla cooperativa Terre di Brisighella, la vista panoramica dalla Torre dell’orologio e dalla Rocca.
🍪 Dove Mangiare a Brisighella: Trattoria La Casetta, dove provare i passatelli asciutti o le tagliate di carne.
🛌 Dove Dormire a Brisighella: noi abbiamo alloggiato all’Hotel La Rocca, semplice ma elegante. Consigliato per la calorosa accoglienza, la cucina dello chef Daniele Valgimigli e la magica terrazza sui tetti, da cui ammirare il tramonto o aspettare, la mattina presto, il risveglio del borgo.
#2. Faenza
La seconda tappa del nostro itinerario romagnolo, sulle Vie di Dante, è stata Faenza. Faenza è un susseguirsi di vicoli e piazzette incorniciate da bar e trattorie. Famosa in tutto il mondo per essere la capitale delle ceramiche, non potete dire di aver vissuto davvero la sua atmosfera, senza andare a caccia di opere d’arte tra le sue botteghe e i suoi laboratori artigianali.
Entrare in un laboratorio di ceramiche faentino è già di per sé un’esperienza che vale il viaggio. Noi però siamo qui anche per trovare segni del passaggio di Dante Alighieri in città. Per questo ci dirigiamo alla Biblioteca Manfrediana, dove, in occasione dei 700 anni dalla morte del Poeta, troviamo diverse raccolte documentali e installazioni artistiche. Tra queste segnalo la possibilità di ricevere gratuitamente tutti i giorni, direttamente su Whatsapp, una terzina della Divina Commedia (scrivi via Whatsapp “Mi iscrivo” al numero 3332314278, l’iniziativa è valida per tutto l’Anno Dantesco e può essere fermata in qualsiasi momento).

Sarà a causa dell’associazione con la Commedia o con l’arte, che ci troviamo all’improvviso all’interno di uno dei teatri più belli in cui sia mai stata. Teatro Masini è un raro esempio di teatro azzurro all’italiana ed è uno degli edifici più significativi in Italia dell’architettura neoclassica. Non è il solo tesoro racchiuso in città. A Faenza infatti fiorirono l’arte e l’architettura neoclassica e ci sono ricche tracce nei palazzi della città primo tra tutti Palazzo Milzetti. L’antico Palazzo Milzetti, perfettamente tenuto, è da visitare con il naso all’insù per i suoi affreschi e decorazioni.
✍️Il Legame con Dante: non si hanno fonti che testimoniano con certezza dove e per quanto tempo Dante soggiornò a Faenza. È certo però che Dante conoscesse bene le vicende che ruotavano attorno alla città, tanto che numerosi personaggi faentini si ritrovano nella Divina Commedia. Tra tutti San Pier Damiani, sepolto nel Duomo di Faenza, e sulla cui facciata sono incisi i versi a lui dedicati nel XXI Canto del Paradiso.
❤️Da non perdere a Faenza: la visita a Palazzo Milzetti; assistere ad uno spettacolo a Teatro Masini; un workshop di ceramica al MIC, Museo Internazionale della Ceramica; un tour tra le botteghe e laboratori di ceramica.
🍪Dove mangiare a Faenza: per una sosta in centro storico segnalo la storica trattoria La Baita. Appena fuori dal centro invece c’è Casa Spadoni, sede dell’omonimo mulino dove, dal 1921, si produce la farina Spadoni, distribuita in tutta Italia e, soprattutto, nelle case della zona, dove viene lasciata esposta rigorosamente sulla madia romagnola, su cui le azdore, con il mattarello in mano, stendono la loro sfoglia domenicale.
🛌Dove dormire a Faenza: noi siamo stati ospitati all’Hotel Vittoria, palazzo d’epoca in pieno centro storico.
#3. Oriolo dei Fichi
Credo che Oriolo dei Fichi rappresenti pienamente lo spirito del buon vivere romagnolo. O almeno è quello che viene trasmesso da chi ci accompagna oggi a scoprire le bellezze del posto: si tratta di un gruppo di produttori agricoli, viticultori, ristoratori e artigiani dell’Associazione Torre di Oriolo.
Forse a Oriolo non manca proprio nulla. C’è quella allegra atmosfera tipica di una terra sincera e senza fronzoli, la Romagna più vera. C’è una torre medioevale, ampie distese di vigne e frutteti, cantine vinicole e agriturismi. Ci sono i pic-nic itineranti organizzati dall’Associazione e c’è persino una distesa di tende tepee dove gustare uno “spritz agricolo” (a base di vino e brulè di melograno fresco) sulle balle di fieno dell’azienda agricola Rio del Sol. Nelle giornate limpide si può intravedere anche il mare all’orizzonte.
Inoltre, come in una fiaba dal risvolto campestre, c’è un trattore che trasporta i visitatori da una cantina ad un’altra, per assaggiare un vino speciale. Questo vino deriva da un’uva antica che ha trovato tra queste colline il suo habitat: il Centesimino. Sono 8 i produttori in tutto il mondo che coltivano queste uve e sono tutte a Oriolo dei Fichi.
Forse saranno proprio i bicchieri di Centesimino (che qui viene scherzosamente nominato, con quella goliardia tipicamente romagnola, il vino “strappamutande”), o forse la brezza che ci scompiglia i capelli su un trattore che sfreccia a tutto gas per le pendenze di campagna, ma davvero, provare per credere, a Oriolo non manca davvero nulla.
✍️Il Legame con Dante: il Sommo Poeta soggiornò nell’antica Torre di Oriolo e nella sua Commedia racconta nei dettagli un singolare episodio che vide come protagonista Frate Alberigo, della potente famiglia faentina dei Manfredi, anche lui di passaggio alla Torre di Oriolo perchè in esilio dalla sua città. La storia di Frate Alberigo viene raccontata nel canto XXXIII dell’Inferno. Frate Alberigo infatti fu noto per aver invitato ad un pranzo pacificatore i suoi famigliari, con cui era in discordia, facendoli uccidere da sicari travestiti da camerieri, al segnale “entri la frutta”.
❤️Da non perdere a Oriolo: La vista panoramica dalla Torre di Oriolo, il tour in trattore delle cantine di Centesimino (prenotatile contattando l’associazione Torre di Oriolo), l’aperitivo sulle balle di fieno del Rio del Sol
🍪Dove mangiare a Oriolo: Sono diversi gli agriturismi e le cantine del territorio. Noi abbiamo trascorso un indimenticabile pranzo romagnolo sotto il pergolato dell’Agriturismo La Sabbiona.
#4. Forlì: Dante ai Musei San Domenico
Prima di proseguire verso la destinazione finale del nostro viaggio Le Vie di Dante, facciamo prima una breve deviazione a Forlì, in occasione della Mostra di Dante, allestita all’interno dei Musei san Domenico, in collaborazione con gli Uffizi di Firenze.

2 Comments
Grazie per i tanti spunti che fornisci, utili a scoprire preziose testimonianze storico ambientalistiche di un territorio di grande pregio.
Davvero molto interessante questo tuo articolo, un’itinerario che spero di fare