Siamo andati a caccia di tartufo bianco nelle Langhe insieme ad un vero “Trifulau” piemontese. Abbiamo scoperto gli antichi segreti di questo fungo per poi andare ad assistere alla sua vendita nella piazza più importante del mondo: la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba.
Esiste un luogo, nascosto oltre gli ordinati filari di Barolo e Barbaresco, dove i boschi e l’umidità sono l’habitat perfetto per un altro raro (e misterioso) frutto della terra. Siamo a Monchiero Alto, nel cuore delle Langhe e stiamo per addentrarci in un’antica tartufaia.
A farci strada Ezio, classe ’47, che gira tra questi boschi da quando era bambino, e il suo segugio, una cagnolina dal fiuto prezioso: Dora.
Una fitta nebbiolina ci estranea da tutto. Le foglie del sottobosco sfrusciano sotto i nostri passi e Dora, anni di terra sulle narici, corre tra la boscaglia, inebriata dai profumi.
Non potevamo trovare posto migliore per scoprire i segreti di quello che viene definito l’oro di queste terre: il tartufo bianco delle Langhe. Ed è conoscere e ripercorrere la vita di questo fungo, “dalla terra al piatto”, il motivo principale che ci ha spinto nelle terre di Langhe e Roero, nel foliage autunnale che trasforma le colline in tavolozze di colori.
Addentrarsi nei boschi alla ricerca del tartufo è un’esperienza veramente emozionante. In questi boschi generazioni e generazioni si sono passate il testimone, nelle notti di luna piena. Un testimone bitorzoluto, grande come il pugno di una mano (se sei fortunato), con un forte odore di terra, muschio e umidità.
“Ha trovato qualcosa” dice Ezio rivolgendosi a noi. “Quando Dora trova qualcosa sa che deve venire da me a riscuotere il suo premio“, ci spiega mentre le lascia immergere il muso nella tasca piena di biscottini.
Infatti, appena ricevuto il suo premio, Dora ci accompagna tra le radici di una grossa quercia.

È qui che inizia il rito: Ezio di accovaccia per terra, sposta le sterpaglie dal terreno e con una piccola vanga estratta dalla cintura inizia a scavare nel punto in cui Dora aveva iniziato a raspare.
È questione di pochi secondi, poi le mani prendono il posto della vanga e iniziano ad accarezzare il terreno, finché non compare una grossa pepita di tartufo bianco.
Ezio la estrae tra le radici con religioso silenzioso, la scrolla dal terriccio in eccesso e se la porta al naso. Chiude gli occhi e si lascia trasportare dai profumi che emana il piccolo tesoro.
Dal peso, dalla consistenza e dal profumo, è possibile stabilire il valore di un tartufo bianco. Solo alcuni rispettano gli standard per essere venduti sulla piazza mondiale più famosa per la compravendita di tartufi: la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba. Ed è proprio lì che siamo diretti.
Ad Alba per la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco
File di stendardi dal gusto medievale ci accolgono in un borgo in festa. Le strade di Alba sono colme di visitatori con l’acquolina in bocca e persone con costumi d’epoca, che sollevano balle di fieno o vecchie botti per allestire il Baccanale del Tartufo, che da qui a poco trasformerà Alba in un vivace borgo medievale con tanto di figuranti, balli e teatri di strada.
Ma è all’interno dello storico Cortile della Maddalena, dove ogni fine settimana di ottobre e novembre si svolge il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco, che inizia la vera giostra di profumi. Qui ogni giorno, prima dell’apertura, i venditori presentano i propri tartufi ai giudici della Commissione Qualità, che esegue un’accurata analisi sensoriale, selezionando soltanto i prodotti idonei alla vendita che, a quel punto, vengono contati e pesati.
Quando le porte si aprono al pubblico, fiumi di persone inebriate dai profumi entrano e si appostano davanti alle migliaia di ampolle di vetro, sotto cui sono custoditi tutti i tartufi provenienti dai vicini boschi di Langhe Roero e Monferrato. Ma non fatevi intimidire: il vero e unico modo per vivere al meglio la vostra esperienza è quello di annusare, curiosare e farsi raccontare la storia direttamente dai trifolai dietro ai loro trofei. Oltre al tartufo poi è possibile acquistare e assaggiare tante specialità della zona: formaggi, salumi, pasta fresca, nocciole.
È in questo fermento che ci si rende conto di come questo territorio sia una delle mete del turismo enogastronomico più apprezzate del mondo.
La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba rappresenta un mondo che da contadino si è fatto imprenditore e che concilia la crescita economica con la tutela del territorio: il Tartufo Bianco d’Alba, fungo ipogeo spontaneo, non coltivabile, misterioso figlio di un terreno sano e simbolo della sostenibilità.
Le sorprese della giornata però non sono finite per noi, ci manca un appuntamento imperdibile che si svolge all’interno della Fiera di Alba: l’Alba Truffle Show, dove si svolgono gli Show Cooking con i grandi chef, le Analisi Sensoriali del Tartufo e le Wine Tasting Experience.
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