Un viaggio alle Isole Faroe per partecipare al leggendario G! Festival, uno dei festival musicali più wild sulla scena mondiale, secondo il National Geographic. Paesaggi mozzafiato, artisti da tutto il mondo, sole, pioggia, fango, pulcinella di mare, prati verdi a perdita d’occhio… e tante pecore!
Dicono che la nebbia del nord, quella Atlantica, arrivi quando meno te la aspetti. Non puoi fare nulla se non aspettare, immobile, che si disperda, così come è arrivata.
È in un momento così che l’Airbus della compagnia di bandiera Atlantic Airways tocca il suolo una domenica di luglio. Che sia estate, qui sembra non interessi molto a nessuno. Infilo una felpa e una giacca impermeabile. Quelle cerate da pescatore, acquistate per l’occasione, che ti dicono resistino alle piogge più intense. E qui ne avrò bisogno.
All’arrivo nella piccola hall dell’aeroporto di Vagar, scopro che sul nostro volo, partito da Copenaghen, c’è un altro ragazzo diretto alla nostra stessa destinazione: la piccola baia di Syðrugøta, nella parte est dell’arcipelago.
Il ragazzo è un grosso norvegese con uno zaino colmo di spille e adesivi di band musicali, note e meno note. Lavora a Oslo, per l’Oya Festival, uno dei più importanti festival di musica che si svolgono in Scandinavia.
Oggi è anche lui qui per partecipare a quello che il National Geographic ha definito come il miglior festival musicale wild sulla scena alternativa.
Il festival in questione è il G! Festival e sì, si trova proprio in queste terre perdute nel mezzo del nulla e bagnate dalle gelide acque dell’Oceano Atlantico.
Isole Faroe e G! Festival
Il ragazzo norvegese è qui per conoscere qualche artista e per tornare a Oslo con qualche contatto interessante. Noi siamo qui perché partecipare al G! Festival era nella lista di cose da fare assolutamente prima dei 30 anni.
All’aeroporto ci viene a prendere Frodi, un ragazzo giovane, tra gli organizzatori del Festival, insieme ad un uomo più anziano, con una barba bianca e una maglietta di una band death metal.
Quello più anziano è Kristian Blak ed è il fondatore della prima (e unica) casa discografica presente alle Isole Faroe, la Tutl Records. Ha visto nascere e crescere tantissimi artisti locali. “Qui tutti fanno parte di una band”, scherza. Ma in quello che dice c’è più che un fondo di verità. La musica è insita nella cultura faroese e il canto, in particolare. Basti pensare che su 50.000 abitanti, 2.000 sono iscritti ad una scuola di musica. Una popolazione che ha sangue celtico e sangue vichingo, non può che tramandarsi, di generazione in generazione, canti e ballate, che raccontino storie e imprese dei loro avi.
Konni Kass, cantante Faroese, ci autografa il suo album al termine del suo concerto all’interno di un vecchio ovile di una casa
Prima di raggiungere l’area del Festival, Kristian Blak, ci tiene a mostrarci la sua casa discografica e la sua casa, nel centro di Torshavn, la capitale delle Isole.
Torshavn è la più piccola capitale del mondo, ma non ha certo le sembianze di una capitale.
Tra le vie di ciottoli arriviamo a casa di Blak, ci accoglie una ragazza minuta, di origine inuit, che ci suona una melodia con uno strumento simile ad uno scacciapensieri, che richiama la tradizione sciamanica. Durante la sua rappresentazione, si discute di musica, di tradizioni e si gusta un tè caldo.
Siamo ormai nel vivo della cultura Faroese e siamo pronti a partecipare al Festival più atteso dell’anno!
Arriviamo a Gøta sotto una leggera pioggia Faroese. Il silenzio risuona ancora nella vallata, sorvegliata solo da stormi di gabbiani e scogliere verde smeraldo.
Stanno montando il palco sulla spiaggia e da lì a poche ore il piccolo villaggio di pescatori sarà gremito di gente, la musica e i canti risuoneranno e le luci del tramonto si mescoleranno a quelle dell’alba.
Ogni anno alle Isole Faroe si svolgono tantissimi festival musicali. Il Summer Fest è dedicato alla musica classica, in inverno poi c’è il Hoyma Festival, che si svolge nelle case private, per pochi intimi. Il G! Festival è invece un’occasione per invitare ospiti internazionali e farsi contagiare dall’entusiasmo delle migliaia di persone che si riversano in questo scenario spettacolare.
A destra, l’incontro con Kris Kristofferson, musicista country statunitense, prima del suo concerto.
Alle ore 5 di pomeriggio la baia è già colma di gente, accorsa con boccali di birra e bandiere della nazione. Un palco al chiuso è stato allestito nell’ovile del villaggio, il palco principale invece troneggia sulla spiaggia, a pochi metri dall’Oceano. Tutto intorno a noi sembra un elemento di una bizzarra scenografia teatrale: i promontori verdi che ci circondano, le pecore al pascolo, le case dai colori sgargianti e i tetti in erba, la sabbia grigia, la musica che riecheggia sopra le onde dell’Oceano… siamo in una favola dal sapore nordico.
Dai giovani ai meno giovani, dai gruppi di amici, alle famiglie con bambini. Tutti oggi sono sulla spiaggia di Gøta.
Tanti gli artisti di questo festival: Mø, Kris Kristofferson, i Fil Bo Riva, Bombino, i Desert Mountain Tribe, gli Alphaville. Poi tutti gli artisti delle Isole Faroe, dalle giovani star ai cantanti più affermati come la tanto amata Eivør, che si è esibita anche nel soggiorno di casa sua, offrendo zuppa di pesce ai suoi fan, cucinata dalla mamma sul momento.
Anche grazie alla semplicità dei Faroese, l’atmosfera rimane quella intima di una festa di paese piuttosto che quella di un festival musicale internazionale.
Molti si scaldano ballando sotto il palco, alcuni assistono ai concerti dalle hot tube sulla spiaggia, ma tutti cantano. Le voci di migliaia di persone si alzano dal mare, fino al cielo, che si scurisce un solo istante, per poi illuminarsi con le luci dell’alba. Siamo in estate e tra pochi giorni su questa spiaggia ci sarà il sole di mezzanotte.
Il nostro breve video dei nostri giorni al G! Festival
Dove dormire durante i giorni del G! Festival
Dietro il villaggio di Gøta, in una delle colline che scendono verso il mare, viene allestito un campeggio. Se non avete voglia di montare un tenda e passare la notte fuori (ricordatevi che il vento e la pioggia qui sono frequenti), c’è la possibilità di dormire ospiti delle famiglie del villaggio, o dei villaggi limitrofi.
L’ospitalità dei Faroesi è davvero incredibile e durante i giorni del festival hanno piacere a lasciare aperte le proprie case e accogliere turisti. Per lasciare aperte le case intendo proprio aperte. Nessuno infatti alle Faroe chiude le porte di casa (non usa nemmeno bussare, si entra e ci si accomoda da soli sul divano!). Ma questa è un’altra storia, che vi racconteremo se siete ancora affamati di racconti nordici.
12 Comments
Ma che super figata, si può dire! Mi ha incuriosito tantissimo questo festival, ora vado a vedermi qualche video su youtube e a sognare per la prossima occasione!
Io i trenta ormai li ho passati, ma questa cosa voglio assolutamente farla! Che meraviglia!
Ahahaha sicuramente la si apprezza a tutte le età! È un festival unico e un’ottima occasione per visitare un luogo che difficilmente penseresti sia Europa 🙂
Non conoscevo questo festival… ed ho 28 anni…quindi devi sbrigarmi per andarci prima dei 30 eheh 🙂 Mi piacerebbe davvero scoprire questi paesaggi particolari, ed il festival potrebbe essere un’ottima occasione per organizzare un viaggio.
Ahahaha fidati che eventualmente te lo godresti anche dopo i 30 🙂
Comunque se ti piacciono i paesaggi nordici, le atmosfere surreali e non ti spaventa troppo il vento te ne innamorerai 🙂
Leggere questo post mi ha solo rinnovato la voglia di scoprire le isole e i loro paesaggi da fiaba. Bellissimo resoconto ed esperienza che sembra davvero stupenda!
Deve essere stata un’esperienza bellissima io adoro quei posti che ho avuto l’occasione di visitare in moto l’estate scorsa.Grazie di averla condivisa.
Grazie Rosanna! È stata un’occasione davvero speciale. Se ami questi paesaggi, queste atmosfere e la musica, non dovresti perdertelo! 😉
Sembra il racconto di una fiaba, non conoscevo lo speciale rapporto delle Faroe con la musica e questo resoconto ha saputo catapultarmi in un’atmosfera speciale. Grazie! 🙂
Grazie a te Chiara! Mi fa piacere che le atmosfere che si respirano lassù ti abbiano conquistato attraverso questo racconto 🙂
Una bella occasione per visitare le isole! La baia è davvero incantevole. Non sapevo la passione per la musica degli abitanti, cosa comune con altri popoli nordici come gli islandesi e in generale gli scandinavi.
Ciao Stefania! Proprio così, e unito ad un po’ di sangue celtico ecco che si spiega tutto! A parte gli scherzi e le leggende del caso, è davvero un bel viaggio e questo festival è stata un’occasione unica per farci vivere un’altra magnifica avventura 🙂