Dopo un paio di giorni dal mio arrivo a Napoli, mi stavo quasi dimenticando il motivo che mi aveva spinto nella città partenopea. Ho passeggiato tra gli animati ed affollati vicoli del centro storico, avvolta dall’odore di forni a legna e dal caloroso entusiasmo napoletano. Ho attraversato piazze alberate tra esibizioni di musicisti e artisti di strada. Abbiamo passeggiato mano nella mano sul romantico lungomare Carracciolo, cercando di leccare un gelato che si scioglieva troppo in fretta al sole. Ho fatto una sosta con caffè e pastiera nel celebre Gran Caffè Gambrinus, con i suoi interni liberty e le vetrine colme di ogni prelibatezza. Ho respirato a pieni polmoni la dolce vita napoletana, dai ritmi lenti e vacanzieri.
A ricordarmi all’improvviso il vero motivo per cui volevo vedere Napoli è stato un piccolo cornetto napoletano. Uno di quei cornetti in legno, laccati di rosso, regalatomi da un bambino in strada, in cambio di una monetina. Ciò che mi aveva spinto nel capoluogo campano era quella unicità che aveva reso Napoli famosa in tutto il mondo, con i suoi pregi e i suoi difetti. Quella Napoli resa celebre dal teatro di Eduardo De Filippo, la Napoli dialettale, neorealista, la Napoli dai mille contrasti. Possibile che Napoli oggi sia solo una storia divertente e un poco amara, raccontata attraverso qualche tamburello o statuetta satirica tra i banchetti di San Gregorio Armeno?
Per fortuna ho avuto presto modo di accorgermi che prendere contatto con la Napoli più verace non è così impossibile, anzi, è molto più facile che fare lunghe file davanti ad una pizzeria dal nome celebre o sgomitare tra i turisti in cerca di un souvenir. Basta seguire queste 4 mosse “insolite”.
1. A Spasso per i Quartieri Spagnoli con InsolitaGuida
La prima cosa da fare per assicurarsi una visita insolita di Napoli è, naturalmente, trovarsi una guida insolita. La seconda, è darsi appuntamento davanti all’ingresso dei Quartieri Spagnoli, una delle aree più intrise di fascino e di storie.

È così che una mattina, insieme all’associazione culturale InsolitaGuida di Napoli, che organizza bellissimi tour a tema e “passeggiate narrate” per la città, ci addentriamo all’interno dei “famigerati” Quartieri Spagnoli, un dedalo di vicoli, talmente lunghi e stretti che non riesci ad intravederne la fine. Questa vera e propria città nella città è un intreccio di storie, una giungla urbana da ammirare con sguardi fugaci e curiosi, senza soffermarsi troppo davanti ad un portone, un graffito o un lucernario, per non “dare fastidio”.
Tra incredibili storie di invasioni borboniche, di santi e di meno santi, fluttuiamo lungo le strade dei Quartieri Spagnoli tra simboli della devozione popolare, come i piccoli lucernai ed edicole votive, e i simboli di un riscatto sociale ben più recente, quello dei murales artistici di Cyop&Kaf.




Questo breve viaggio all’interno dei Quartieri Spagnoli, non poteva che finire in un luogo altrettanto unico e inatteso, una chiesetta nascosta, dove visse e morì Santa Maria Francesca, una dei 52 patroni di Napoli, nonché una delle sante più amate e onorate dalle donne napoletane in primis. Non impiego molto a capire perché. Ovunque mi giri, intorno a me, tappezzano le pareti e il soffitto cuscinetti, tovagliolini e fiocchi rosa o azzurri, che spuntano in mezzo a crocifissi e santini. Una stanza strana (che altrove sarebbe risultata forse un po’ pacchiana) in quel preciso punto di Napoli, avvolta da quella precisa atmosfera, risulta essere di una forza emotiva pungente. In un angolo della sala, una donna, accompagnata dal marito, è seduta su un antico trono e riceve una benedizione da una suora.
Fuori dalla finestra le campane risuonano mezzogiorno, un profumo di ragù ha già inondato la sala che prima profumava di incensi, e una canzone melodica che esce da un appartamento poco lontano mi riporta alla realtà.
Dove mangiare nei Quartieri Spagnoli: Trattoria Da Nennella. Solitamente le passeggiate narrate tra i quartieri spagnoli con InsolitaGuida si concludono in una delle trattorie più casalinghe di Napoli, la Trattoria Da Nennella, dove assaggiare piatti tipici della tradizione napoletana.
Per info sulle passeggiate narrate e altre insolite avventure: Insolitaguida, Piazza Monteoliveto 13, Napoli (info@insolitaguida.it)
2. Tra Sacro e Profano: il Rione Sanità e le Catacombe di Napoli
Non comprendi fino in fondo la perfetta armonia tra sacro e profano finchè non percorri il Miglio Sacro, un itinerario che attraversa tutte le Catacombe di Napoli, tra le strade e le piazze del quartiere più pop della città, il Rione Sanità. Il Miglio Sacro parte dalla collina di Capodimonte, dove Myriam, una giovane guida dell’associazione La Paranza, ci accompagna attraverso un’insolita avventura tra antiche catacombe, passaggi segreti, cripte nascoste e incredibili leggende.
Questo percorso non è solo un viaggio sotterraneo nella storia della cristianità napoletana, ma è un’esperienza fitta e penetrante, che si intreccia con la vita vivace ed autentica delle vie, dei mercati e dei palazzi del Rione Sanità, uno dei quartieri più veraci di Napoli. Dal buio umido e assorto delle antiche basiliche scavate nel tufo di Capodimonte, si prosegue a piedi, tra i colori sgargianti delle case e dei murales del Rione Sanità.
Tra le vie del quartiere, tra palazzi antichi e cortili interni, si giunge poi ad un luogo conosciuto in tutto il mondo, il Cimitero delle Fontanelle. Una cava scavata nel tufo diventata nel ‘600 un ossario. Un luogo intensamente macabro e grottesco da un parte, ma dall’altra anche pittoresco, grazie all’atmosfera bizzarra e unica, conferita grazie allo spirito e alla devozione dei napoletani verso i morti. Basti pensare al rito delle “adozioni delle pezzentelle”, con cui i napoletani si recavano qui per “adottare” e accudire un teschio, pulendolo, agghindandolo con corone di fiori o rosari, e custodirlo all’interno di una vetrina o una scatola di biscotti, in segno e richiesta di protezione, come una sorta di reciproco aiuto. Anche in questo luogo quindi non si può che provare sentimenti contrastanti, l’agghiacciante visione di cumuli di ossa e teschi umani da una parte, e i bizzarri oggetti lasciati qui in questi luoghi dall’altra.
Usciti dal cimitero delle Fontanelle ci manca ancora una visita per completare il miglio, la Basilica di Santa Maria della Sanità, meglio conosciuta come la chiesa di San Vincenzo ‘o Munacone, con le sue cripte che nascondono i cunicoli e le catacombe di San Gaudioso. Ma prima una sosta tutta napoletana: il sapore dei taralli caldi appena sfornati dall’antico laboratorio del fornaio Esposito e figli, dal 1936. Il retro del forno conferma l’atmosfera del Miglio Sacro: una voluminosa bibbia è posata accanto all’impastatrice e una scritta “Dio ci aiuta” si legge sopra il grosso forno. Sorrido e mi faccio trasportare dai piaceri terreni, gustando un tarallo caldo.
Per scoprire tutto l’itinerario Il Miglio Sacro e prenotare/pianificare la vostra visita basta visitare il sito CatacombediNapoli.it o scrivere a info@catacombedinapoli.it.
Dove mangiare al Rione Sanità Percorrere un miglio a piedi tra bellezze artistiche e urbane mette appetito e allora concedetevi una pizza da Concettina Ai Tre Santi, una delle migliori pizzerie della città. Mettetevi in fila e attendete che Tonino vi faccia accomodare.
3. Dove cenare a Napoli: provare l’Home Restaurant
La moda dell’home restaurant, che nacque ormai una decina di anni fa a New York, è un’esperienza originale che permette di conoscere a fondo la realtà del posto, le sue usanze e la sua tradizione gastronomica, vivendo le strade e i borghi della città come un cittadino. La città partenopea negli ultimi anni offre un discreto numero di ristoranti “nascosti” tra le mura domestiche. La tradizione gastronomica napoletana unita al senso di ospitalità locale, sono due dei principali motivi per provarne almeno uno. Il terzo motivo, ma non ultimo di importanza, è che Napoli è piena di case antiche, risalenti al Settecento che racchiudono storie e tesori sconosciute ai più. A Napoli infatti è nato HomeEating, un progetto che coniuga buona cucina, arte e architettura, promuovendo così la condivisione non solo culinaria, ma anche culturale! Le location infatti sono tutte molto particolari, dall’appartamento eclettico nel settecentesco Palazzo dello Spagnuolo, alla villa sul mare a Posillipo, o all’atelier di un’artista.



Per provare l’esperienza di una cena in una location unica e per pochi intimi, cercate la casa che fa più per voi sul sito HomeEating.com.
4. Dove dormire a Napoli: B&B Ovo, dormire a casa dei “local”.
La migliore sistemazione che potevamo trovare a Napoli è stata il luminosissimo loft di Caterina e Carlo, una coppia di napoletani che, con il loro affettuosissimo Setter Inglese Balù, hanno deciso di aprire le porte della loro casa a viaggiatori da tutto il mondo. “Perché a condividere la casa con chi viaggia, il tempo si dilata e vivi in vacanza nella tua città” raccontano accogliendoci con un caffè “e poi le colazioni sono lente, si ascoltano i resoconti fitti, si fanno telefonate per prenotare visite, si stilano programmi, si stampano percorsi. Qualche volta abbiamo la tentazione di dire ‘veniamo anche noi!’, perché i nostri ospiti dipingono Napoli di nuovi colori”.
E così anche dentro al B&B Ovo Slow Travel trovate tutti i colori di Napoli. Alle pareti i quadri e gli acquarelli dei pittori di strada, che trovate con i loro capolavori a Spaccanapoli, qualche ceramica di Vietri sulla tavola della cucina, quasi a sentire l’odore di mare dalla vicina costiera amalfitana. Dagli alti soffitti poi pendono le lanterne in bronzo forgiate dei fabbri artisti napoletani, le stesse che illuminano le strade di Rua Catalana. Le camere per gli ospiti sono solo tre, tutte si affacciano attraverso enormi vetrate e balconcini su una delle piazze più belle di Napoli, in pieno centro storico, Piazza Bellini.
L’accoglienza al B&B Ovo Slow Travel è quella attenta e genuina che puoi trovare a casa di vecchi amici. Perché è così che ci siamo trovati durante il nostro soggiorno a Napoli.
Se vi è piaciuto l’articolo e volete vedere il video che abbiamo girato durante il nostro weekend lungo a Napoli, ecco qui sotto tutte le essenze che abbiamo catturato e raccolto in due minuti! Non dimenticatevi di iscrivervi al nostro canale YouTube!
5 Comments
Adoro l’atmosfera di Napoli! Purtroppo il tempo a disposizione è sempre poco e non sono ancora mai riuscita a visitare i quartieri spagnoli. Le tue foto (e la pizza) mi invogliano a partire subito 🙂
A volte capire e vedere la proprià città, lo si fa meglio con gli occhi di uno “straniero”. Bellissimo articolo. Prenderò alcuni suggerimenti veramente utili. Grazie.
Napoli, a mio avviso è una città che ti ammalia, ti stupisce, ti riempe di emozioni, a volte ti ferisce, ma puoi odiarla per alcuni attimi, ma poi non puoi non continuarla ad amare…
Che belle parole, grazie Giuseppe! Capiamo perfettamente che una città così possa suscitare sentimenti contrastanti. Ma alla fine impossibile non rimanerne stregati 🙂
Bravi, avete fatto un bel percorso. E dire che qui abito e il Miglio Sacro ancora non l’ho fatto. Spero che Napoli vi abbia lasciato un bel ricordo!
Grazie Bruna, Napoli ci è piaciuta moltissimo, ci ha lasciato molto più che un bel ricordo! La prossima volta torneremo e ci dedicheremo soprattutto ai dintorni: Pompei, Vesuvio e costiera!