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Wild Abruzzo: un viaggio itinerante nella regione più verde d’Europa [Parte Seconda]

Aprile 30, 2016

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In questo post vi parlo del Parco Nazionale d’Abruzzo, del (lungo) viaggio per raggiungerlo e della (grande) emozione nel riscoprire la natura selvaggia, dove le orme delle scarpe da trekking si uniscono a quelle dei lupi.

Se vi siete persi la prima parte di questa avventura potete trovarla qui: “Wild Abruzzo: un viaggio itinerante nella regione più verde d’Europa [Parte Prima]“, altrimenti riprendiamo il viaggio da Passo Godi, dopo aver lasciato l’incantevole borgo di Scanno, in una mattina fredda e limpida.

Alle pendici di Passo Godi, attraversati cieli blu e distese brulle di montagna, un tempo battute da greggi di pecore e cani pastore diretti verso sud, eccomi finalmente all’ingresso del Parco Nazionale d’Abruzzo.

A darmi il benvenuto, un centro cittadino, che sembra uscito da una fiaba, affacciato su uno specchio d’acqua in cui si riflettono le cime dei monti. Villetta Barrea può considerarsi la porta del Parco e da questo punto in poi si attraversa la più antica area protetta d’Italia.
Davanti a me una sola strada percorribile in auto, che arriva dritta al cuore del Parco, che è il punto di partenza di numerosi trekking, nonché la mia destinazione finale: Pescasseroli.

Già lungo la strada che si inerpica tra boschi e distese da pascolo, si percepisce l’unicità del posto. Da cosa si capisce? Dai cartelli stradali!
Appena varcate le soglie del Parco noterete sicuramente ai bordi delle strade originali cartelli arancioni che iniziano ad indicare la presenza degli orsi e degli altri animali selvatici, intimando di moderare la velocità.

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Questi cartelli sono opera di un’associazione Onlus che ha a cuore il parco e la salvaguardia dell’Orso Maricano. Se di giorno noterete sicuramente questi cartelli, di notte noterete invece i catarifrangenti blu ai bordi delle strade, una vera e propria barriera ottica di protezione per gli animali selvatici. Anche queste installazioni sono opera dell’associazione Salviamo l’Orso ed è possibile contribuire a questo progetto di ambientalismo attento e mirato alla salvaguardia della fauna del Parco con una piccola donazione!

Tra cartelli arancioni, boschi verdi e prati su cui galoppano cavalli allo stato brado, arrivo, con la corriera Arpa presa a Villetta Barrea, al paese di Pescasseroli.

Il primo impatto con questo paese non può essere migliore. La mia permanenza qui infatti ha inizio con il mio arrivo a Villino Quintiliani, una bellissima residenza storica in stile liberty nel centro del paese, ma in mezzo ad uno splendido giardino da cui osservare le montagne intorno.

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La gentile e curata accoglienza del personale è la ciliegina sulla torta per una villa così elegante e attenta ai dettagli. Gli interni in legno, i tappeti e le luci soffuse fanno di questo bellissimo albergo un luogo perfetto dove trascorrere una vacanza edonistica tra passeggiate nella natura, escursioni tra i monti e “wildlife watching“. E cosa c’è di più magico dopo una giornata tra i monti che tornare a casa e scaldarsi davanti ad un caminetto acceso? A Villino Quintiliani infatti esaudisco un piccolo sogno che avevo da un po’: addormentarmi in un bel letto davanti ad un caminetto acceso.

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Un’altra cosa che ho amato di Villino Quintiliani sono state le “colazioni notturne” preparate dal portiere di notte, che, vedendomi uscire nel bel mezzo della notte, pronta per un’escursione a caccia di albe, si è unito a me per un cappuccino energetico e una bella fetta di torta appena sfornata.

Se l’arrivo in hotel preannunciava già una bellissima permanenza, il mio soggiorno a Pescasseroli prende ancora più forma con il mio incontro con Umberto, fotografo professionista e guida di montagna, che ha fondato, in pieno centro a Pescasseroli, un’associazione per gli amanti del trekking e della fotografia, offrendo tante proposte e programmi per un turismo sostenibile e responsabile all’interno del Parco. Il nome è una garanzia “Wildlife Adventures“. Saranno infatti tre giorni di avventure wild nelle terre selvagge d’Abruzzo, rese indimenticabili da escursioni sotto un sole caldissimo di febbraio che inizia a sciogliere la neve e alimentare i ruscelli del bosco ed escursioni nelle notti di luna piena, ad ascoltare il canto di un cuculo nascosto tra i rami sopra di noi e gli ululati di una lontana famiglia di lupi.

Le mie avventure con Wildlife Adventures iniziano in una limpidissima notte, nei Prati appena fuori dal centro cittadino, immersi nelle tenebre, nella trepidante attesa dell’alba, ad ascoltare il fruscio del vento e i nitriti dei cavalli selvaggi, la cui presenza la percepisci appena tra le ombre. Quando il sole spunta da dietro i monti, un sipario di luce si apre sull’incredibile spettacolo della natura.

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A poca distanza dai prati di Pescasseroli, percorrendo le vecchie strade di “tratturi”, arriviamo poi nei suggestivi e fiabeschi Boschi della Difesa, dove gli alberi si torcono verso il cielo e, per le loro forme fantasiose e stravaganti, sono detti candelabri. Questi boschi sono un luogo unico e stregato, un luogo che sembra celi segreti e racconti di fate e folletti. Sarà per questo suo misticismo che è stato scelto come scenografia del film documentario “La bambina e la Volpe“.

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Perdendosi su questo tappeto rosso con il naso all’insù per osservare le più stravaganti forme degli alberi, i Boschi della Difesa si aprono in una radura da cui un nuovo spettacolo della natura si apre davanti ai nostri occhi: le faggete vetuste più antiche dell’emisfero, i cui rami, sotto i raggi del sole, prendono le sembianze di fili argentati.

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Le faggete vetuste, candidate oggi come patrimonio dell’Unesco, sono una gemma nascosta d’Abruzzo. È qui che la natura selvaggia prende il sopravvento ed è qui che alcune tra le specie protette più rare del Pianeta vivono. Stiamo parlando in primo luogo dell’orso marsicano, l’orso più raro della terra, ma anche delle volpi, dei lupi e dei camosci.

La prossima giornata di trekking sarà infatti dedicata alla scoperta della fauna del parco, seguiremo le orme dei lupi e le famiglie di cervi sul monte Marsicano, poi ci sposteremo sulla Camosciara aspettando l’oscurità della notte per ascoltare sotto un cielo stellato i suoni della natura. Ma questa storia ve la racconterò nel prossimo post, perchè ora vi lascio in un’antica locanda di Pescasseroli, a scaldarmi con un arrosticino alla griglia e una zuppa di ceci.

 

Grazie a chi rende queste avventure possibili:

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