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Un angolo di Tibet tra gli Appennini emiliani: La Casa del Tibet

Gennaio 6, 2015

“E come la nostra anima è nascosta, protetta dal guscio del corpo, così la Terra ha protetto la sua anima dagli urti, dagli occhi indiscreti, dal rumore assordante della vita e l’ha nascosta tra le vette immacolate dell’Himalaya, gioiello inaccessibile alle mani di molti.”

È così che Stefano Dallari, medico di Reggio Emilia, descrive nel suo libro il Tibet come l’anima del Mondo (“Pianeta Tibet”, Il Cerchio Iniziative Editoriali, Rimini 1993). E così come il Tibet trova rifugio tra le vette dell’Himalaya, ecco come, sulle vette degli Appennini di Reggio Emilia appena imbiancati dalla prima neve dell’anno, scopriamo Votigno, all’ombra dei resti del castello di Canossa, nelle antiche Terre Matildiche.

Non tutti sanno che Votigno di Canossa, oltre ad essere uno dei borghi medievali antichi più belli e meglio conservati d’Italia, racchiude tra le sue mura un tempio buddista: La Casa del Tibet, unica in Italia e prima in Europa.

Statua

Lasciata Reggio Emilia e percorsi appena 20 chilometri tra le valli silenziose e solitarie dell’Enza, arriviamo ad un bivio in cui, su una grossa pietra al bordo della strada, è stata dipinta una scritta “Votigno Casa del Tibet”.

Votigno, Casa del Tibet

Ad accoglierci, oltre alle statue di Buddha disseminate lungo la strada di accesso, incontriamo Patrizia, che avevamo conosciuto via mail qualche giorno prima. Patrizia vive nel borgo di Votigno e come lei anche una famiglia tibetana vive qui, quella di Nawang Dhundup, musicista e flautista. A dare nuova vita a questo luogo fu lo stesso Stefano Dallari che nei primi anni ’90 ristrutturò il borgo insieme ad artigiani e volontari da tutto il mondo, con lo scopo di trasformarlo in un luogo sacro e spirituale, dove migliaia di visitatori potessero trovare uno spazio per meditare insieme, incontrarsi e offrire spunti di riflessione non solo per chi professa il buddismo. Lo scopo della Casa del Tibet, infatti, è far conoscere e preservare la millenaria cultura tibetana ed è proprio l’amore per queste terre che spinse Stefano Dallari a portare un angolo di Tibet sulle colline di Reggio Emilia.

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Stefano conobbe per la prima volta il Tibet nei primi anni ’80, quando la sua professione di medico dentista lo portò a svolgere un’inedita ricerca scientifica: “I monaci tibetani hanno i denti cariati?”. É così che, esplorando monasteri magici, alzando gli occhi verso vette inaccessibili, respirando nuovi cieli e nuovi firmamenti, Stefano scoprì non solo che i monaci, anche senza spazzolino e dentifricio, avevano un sorriso sano e bellissimo, ma, soprattutto, insegnavano il sorriso dell’anima: la sorgente che dentro ognuno di noi fa nascere la gentilezza, la comprensione, l’intelligenza non egoistica e lo stupore di una felicità improvvisa, totale e senza confini. Al viaggio di Stefano ne seguirono molti altri, in Tibet e in India, nella regione del Ladakh, rimasto indenne dalla invasione cinese e chiamato anche “il piccolo Tibet”. Qui nel 1988 Stefano ci racconta con semplicità e amore dell’incontro con il Dalai Lama, l’uomo più elevato e intelligente che, ci confessa, aver mai conosciuto. IMG_1164

Sarà proprio il Dalai Lama, molti anni dopo, a viaggiare alla volta di Votigno per rincontrare il vecchio amico e inaugurare la Casa del Tibet.

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A Votigno il passaggio del Dalai Lama è ricordato in un piccolo “gompa”, dove sono raccolte le sue immagini ed alcuni oggetti di culto. All’interno del borgo è inoltre possibile visitare il museo della Casa del Tibet, aperto al pubblico la domenica pomeriggio, che riunisce tutti gli oggetti, i costumi, le sacre raffigurazioni tipiche della religione buddista e della vita quotidiana del Tibet, raccolti in anni di appassionata ricerca. Ad arricchire il museo c’è anche una raccolta di fotografie del Tibet degli anni ’40 donate dallo scrittore ed etnologo Fosco Maraini, che fu protagonista di diverse spedizioni in Tibet e Presidente Onorario dell’Associazione.

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Visitando con Patrizia questi luoghi, ci accorgiamo di quante cose ci sono ancora da imparare di una religione così definita “atea”. E se questo appare un ossimoro è perché non si conosce affatto questa religione, ideologia, filosofia che è il buddismo. Tutto l’amore per queste terre, la devozione verso il buddismo e la saggezza dei precetti del Dalai Lama, si possono respirare a Votigno, in un’atmosfera autentica che incanta i visitatori. Ma soprattutto, quello che più incanta, è il fascino antico e misterioso della popolazione tibetana, trasmesso in ogni scorcio di questo borgo matildico, dove, in questa fredda domenica invernale, il Tibet sembra più vicino.

casa del tibet votigno

casa del tibet Reggio Emilia

casa del tibet Reggio Emilia Canossa

casa del tibet canossa

Se come noi vi siete lasciati incantare dal fascino di questa cultura antica e volete annotare il Tibet e la regione indiana del Ladakh tra i #TravelDreams, a Votigno Stefano Dallari e Patrizia Audisio, saranno le persone più adatte a dispensare consigli utili per intraprendere questo viaggio. Abbiamo chiesto loro alcune raccomandazioni per chi volesse visitare il Tibet e l’India.

Come prepararsi ad un viaggio in Tibet? Stefano – “Chi vuole andare in Tibet deve prepararsi molto bene spiritualmente e fisicamente, ma soprattutto politicamente, perché la motivazione della visita deve essere quella di aiutare il popolo tibetano e di testimoniare loro che il mondo li ascolta e li ammira. Questo occorre sempre farlo con l’intelligenza e l’astuzia per evitare ai tibetani le terribili conseguenze della repressione cinese. Personalmente consiglio anche di visitare il Ladakh, il Tibet indiano ancora intatto e libero”.

Oltre a quella politica e spirituale, occorre anche una preparazione fisica? Patrizia – Certamente un po’ di preparazione fisica è importante per affrontare meglio l’altitudine degli altipiani tibetani e non restare senza fiato. Per quanto riguarda le vaccinazioni io ho girato tutta l’India e non ne ho fatta nessuna. Occorre comunque fare un po’ di attenzione ed evitare di bere l’acqua corrente e tutte le altre accortezze tipiche di qualsiasi viaggio.

É possibile girare l’India da soli? Patrizia – “Sì è possibile. Personalmente mi sono sempre informata dalla gente del posto quale fossero i luoghi dove un visitatore straniero fosse bene accetto e quelli dove invece la cultura indiana fosse più restia agli occidentali. Trovo inutile e controproducente visitare dei paesi o delle regioni in cui non si è il benvenuto. Ho girato la regione del Ladakh in massima libertà e serenità, visitando posti magnifici e conoscendo gente meravigliosa.

Desiderate visitare Votigno? Visitate il sito della Casa del Tibet di Votigno.

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