Per distrarci dal caos domenicale cittadino che affolla il centro, abbiamo pensato per questa domenica di spostarci verso Qibao, l’antica water town di Shanghai, raggiungibile con la metro, che, secondo la nostra Lonely Planet, mantiene ancora il suo antico fascino.
Errore.
Per evitare il caos domenicale cittadino di Qibao, è calorosamente consigliato recarsi in questi luoghi in giorni infrasettimanali, possibilmente piovosi, o di notte, o nel giorno di Natale magari, per godersi veramente il fascino di questo luogo. Nonostante la confusione pazzesca, il quartiere merita una visita.
Appena arrivati alla città vecchia di Qibao vi accoglierà un assordante frinire di grilli. Ciò non significa che avete abbandonato la città per ritrovarvi immersi nelle verdi colline cinesi, bensì che avete appena raggiunto le affollate vie piene di negozietti di souvenir che espongono e vendono ogni genere di gingillo amato dal turista medio cinese, tra cui ovviamente le famose gabbiette in cui sono intrappolati enormi e rumorosi grilli. Ammetto di essere stata tentata all’acquisto, ma probabilmente non avrebbe fatto una fine migliore del buon vecchio grillo parlante di Pinocchio. In ogni caso in Cina il grillo porta fortuna e non è raro che la gente ne tenga un paio in casa (o dentro il proprio taxi!). Ai cinesi credo che il silenzio non piaccia.
Inoltrarsi tra le viuzze di Qibao significa anche fare i conti con un fiume di gente, ma a questo già siamo abituati, e con un secondo fatto non indifferente: la nauseante puzza che emanano gli stand gastronomici che friggono ed espongono le specialità culinarie di Qibao. Cercando di superare velocemente questo primo tratto turistico, di cui di autentico ben poco è rimasto, ci imbuchiamo in un vicolo poco battuto e ci ritroviamo in una parte di Shanghai completamente abbandonata.
Incredibile come in Cina girare un angolo possa significare abbandonare un luogo affollato e turistico per ritrovarsi poi in un luogo deserto e dimenticato. Dimenticato è forse l’aggettivo più giusto per descrivere le strade che costeggiano i canali appena fuori Qibao. Non sono forse un angolo di bellezza incontaminata della Cina, ma l’atmosfera di desolazione e abbandono che si respira è particolarmente autentica.
Lasciamo dunque alle spalle la puzza, il chiasso e i grilli di Qibao per girovagare questo luogo infelice e volendo anche un po’ grottesco. Superato qualche mendicante, qualche cane randagio e attraversato un paio di ponti ci ritroviamo ai piedi di un’antica pagoda. Scopriamo così il Tempio di Nanqibao. Paghiamo il biglietto di ingresso (5 RMB, l’equivalente di 60 cent.) e ci godiamo il passeggio tra i fumi degli incensi lasciati dai fedeli e dai fuochi accesi e sparsi per tutto il cortile. Il tempio non è forse bello quando quello centrale di Jing’an, ma sicuramente più suggestivo, per la mancanza assoluta di turisti e per la presenza dei molti monaci che ti accolgono nelle loro tuniche arancioni.
1 Comment
Finalmente le immagini della Cina che vorrei vedere, la vera Cina!
Annalena